MASTER COMMANDO

“SOLO QUELLO CHE DEVI SAPERE”  

 

 

ASSO, JOKER,VALERIO,MATTEO,DANIELE ed IO.
Abbiamo deciso formazione e posizione di gara nell’unica riunione briefing in vista del MASTER COMMANDO 2001 . Così sono chiudifila, per la seconda volta, stavolta la tensione è maggiore, c’è la consapevolezza degli errori commessi l’anno scorso con la vittoria in tasca (e le riunioni pre-gara furono tre!).

Tensione....12.20, pioviggina fitto e copioso, ci avviciniamo alla partenza, dovremo rompere l’accerchiamento, guardo tutti e nessuno, penso solo a quello che immagino dovrò fare di lì a poco...Prima di partire ci siamo detti solamente un generico: ” FACCIAMO QUELLO CHE SAPPIAMO FARE E TUTTO ANDRA’ PER IL MEGLIO”.

12.23_ Controllo la fila, ultimo check radio, ok, prendo fiato. I pensieri tentano di immaginare scene future e contemporaneamente si riempiono di quello che vedo attraverso la pioggia, non c’è più tempo...

12.25_Elfi VIA!!

Piove ancora, rompere l’accerchiamento, scegliamo una direzione, bosco pulito, a 20mt. davanti e sui lati cataste di tronchi, ci allarghiamo mentre dal centro parte una raffica. Da quanto piove non si vedono i pallini che arrivano.  
Mi trovo sulla sinistra con Joker e Asso alla mia destra, gli altri tre ancora sulla destra, una buona linea. Vale e Matteo rispondono al tiro mentre Daniele si allarga all’estrema destra, preso il cecchino centrale.  
Nello stesso momento Joker parte verso la catasta di sinistra, gli vado dietro, il riparo è a 7 mt. da noi, sento colpire il primo cecchino poi una raffica dalla catasta ci becca entrambi.  
Rimangono in quattro ma dopo un minuto gli altri due cecchini sono eliminati.

Usciamo dal recinto di DELTA 5 in perfetto orario, la missione è cominciata e si annuncia per niente semplice.  

 

                             

Tutti e sei sappiamo cosa c’è da fare, ognuno ha compiti e responsabilità adatti al gioco, Asso e Joker sono rispettivamente Pilota e Copilota, ci guidano verso il WP1. Dopo cento mt. la palina del WP1 appare insieme a rumori sopra la nostra destra, incrociamo la Sq. che è avanti a noi di mezz’ora mentre viaggia in senso contrario al nostro (quindi a quello giusto!). Non esitiamo, un occhiata alla carta e si prosegue.

Siamo in anticipo, si sosta sul sentiero in un punto per noi a 200 mt. circa da STRONG 14 che sappiamo in mano nemica. Il tempo passa, ci sbuca qualcuno alle spalle, gli stessi tizi di prima che, prima sparano poi dicono la parola di riconoscimento. Tra scuse e in bocca al lupo li lasciamo passare, loro si addentrano per un sentiero da noi scartato e spariscono nella macchia piovosa.

Joker li segue, non visto, per sicurezza per una cinquantina di metri poi torna da noi e riprendiamo l’avvicinamento. Sul versante del presunto OBJ il tempo cambia ancora e alla pioggia finissima e continua si aggiunge la nebbia, la visibilità è di circa dieci mt. ma non più di due in altezza.

Si avvicina l’apertura della finestra. Non ho ancora sentito nessuno sparare, comincio a credere di non essere così vicino.  

 

 

Mollati gli zaini, meno di 5’ all’inizio finestra, si parte per fare quelli che noi pensiamo siano gli ultimi cento mt., salita, bosco, nebbia, piove.

Siamo a ventaglio nella macchia, occhio a non perdere di vista il compagno accanto. Non si trova quello che cerchiamo, cazzo! La tensione aumenta, ci dividiamo, Joker e Asso rastrellano sotto, gli altri, a ventaglio, la collina sopra di noi, direzione nebbia!!

Finestra aperta, di STRONG 14 nemmeno l’ombra, la tensione per me diventa ansia. Gli occhi cercano qualsiasi cosa che non sia bosco tra la nebbia, niente.  
Qualcuno punta in alto e chiama la squadra, lo seguo a fatica, mi giro, siamo tutti.  
Prendiamo la scelta opposta ad un bivio lasciato dietro, si punta a salire, 5’ dentro la finestra e non ancora sull’ OBJ.  
Ormai ansimo, tutta salita da quando ho lasciato lo zaino, 7’ dentro la finestra.  
Il liberatorio: ” OBIETTIVO!!” è urlato da Joker che è il più alto di tutti, corriamo.  
Il paesaggio è sempre lo stesso, arrivo in una semiradura dove spicca il cartello che segnala STRONG 14, del nemico nessuna presenza. Ordini, aprirsi, ora sì che ansimo, non c’è tempo di rifiatare, 10’ dentro la finestra. Joker sempre verso l’alto, sento sparare, urla: “preso”.  
Corro con Valerio 2 mt. davanti sulla sinistra, Matteo e Asso a destra, non vedo Daniele, ma non c’è tempo per pensare purtroppo.  
Dalla nebbia qualcuno spara, concentro la vista, è inutile non vedo nulla, odio sparare a vuoto verso il niente ma lo faccio, preso Valerio, mi allargo dalla sua parte sempre verso l’alto.  
Sparano da sopra di me, anche se non vedo nulla sparo ancora verso l’alto, verso la nebbia, ormai siamo 13’ dentro la finestra.  
Sulla cima appare un arbitro, fischia, è finita: sono passati 14 minuti. Gli ultimi due metri che mi separano dal cocuzzolo mi nascondono un bunker, dal quale ora vedo uscire i due cecchini misteriosamente colpiti da noi. Non sapremo mai chi li ha colpiti ma non è importante dopotutto.  
Quasi al limite ma OBJ. raggiunto. Due minuti per rifiatare e si torna al recupero dello spiacevole peso sulle spalle, piove ancora.

Zaini in spalla. Si sale di nuovo attraverso STRONG 14 che lasciamo alle spalle scendendo la nebbiosa valle direzione WP 2. Torna la calma, ora abbiamo tempo. Lo trova Joker mentre rastrelliamo una collina pelata con la nebbia e l’umidità che ricorda a tutti certe foto di guerra delle Falklands.  

 

 

Facciamo la direzione per WP 3, a trecento mt. da un rudere (pod. le Gusciane) troviamo quello che in realtà è il WP 4, perché i due sono molto vicini e sbagliamo ad interpretare in un primo momento la distanza sulla carta. Torniamo indietro a cercare il tre, ci dividiamo e lavoriamo senza zaini per fortuna, la zona è favorevole al lancio verso SRONG 13.

Troviamo anche un momento per scattare due foto in un torrente, dove per cinque minuti perdo gli occhiali e mi maledico del rilassamento che mi sono permesso, Asso risolve ritrovandoli.

 

 

Torniamo nel gruppo, si avvicina il tempo per la finestra su STRONG 13, dobbiamo accertare la presenza dell’agente DRAGO prima di un eventuale ingaggio. Si sale (ancora) dritti verso l’OBJ. Via stradina con Joker in testa in mezzo alla strada e il resto della squadra defilata sui lati. Appare dopo una curva il segnale di STRONG 13. Joker fa partire i due lampi rossi dalla sua torcia. La risposta dovrebbe essere un lampo verde, c’è un arbitro in cima si gira e gli da le spalle, poi si gira di nuovo e a quel punto una raffica fa fuori Joker e scaraventa noialtri nella macchia ai due lati della strada. Vedo un cecchino che attraversa e si butta sul lato, Daniele messo meglio lo fa fuori, 2’ dentro la finestra. Matteo, Asso, spari e cadono gli altri due cecchini, OBJ. raggiunto in tre minuti.

E’ chiaro che DRAGO non c’è, minima pausa e si torna a riprendere gli zaini, facciamo il punto, siamo tranquilli e il morale è alle stelle, fra l’altro siamo ormai sicuri di essere passati al ruolo di apristrada della gara.

Possiamo andare verso la zona dove faremo l’agognato bivacco, non tanto per stanchezza quanto per risentire addosso qualcosa di asciutto. Sono circa le 17.00, ha smesso di piovere e anche la nebbia è sparita dai tempi di WP 3. Abbondantemente fradici di pioggia sopra e di sudore sotto.

La scelta è di scendere e avvicinarsi a WP 5 che faremo domattina dopo il R.Vouz con DRAGO.

Asfalto che scende costeggiando M.Vitalba. Si viaggia in formazione, staccati, d’ora in poi è prioritario evitare di essere visti. Un rumore di macchina, si torna nel bosco, le curve coprono i rumori, sbucano all’improvviso, vicinissimi. Ci troviamo in quattro sotto una curva a gomito, per radio troviamo Joker 20 mt. avanti a noi e Asso in una posizione veramente spiacevole. Al di sopra da solo, messo di fianco con lo zaino che lo trattiene e l’arma sotto il braccio. Si può stare meglio, noi quattro almeno siamo in una semitrincea dove potremmo senza tanti problemi affrontare una discreta forza, ci prudono i grilletti. Il freddo arriva ben presto a rendere ancora meno piacevole la situazione, decidiamo di aspettare, che fare del resto? Dopo 15’ la pattuglia è ancora sopra di noi, al rallentatore allungo una gamba ormai completamente informicolita, tutti fermi, si parla a sussurri (meno Matteo che non è capace). C’è un tale silenzio che se si spezzasse un rametto saremmo scoperti. Dopo 20’ Valerio vede tre teste a non più di 20 mt. da noi in alto, spero di essere invisibile. Mi sporgo allungando il collo ma non riesco a vederli, non importa. Asso sta sempre peggio, lui addirittura ha gente su due lati essendo nel centro alto del tornante. Nella radio sento Joker che ci Cassandra un ipotetica nottata nel posto in cui siamo: TERRORE!  Intorno a me teste che segnano NO vigorosamente, compresa la mia, nessuno parla per scaramanzia ma già si studiano piani per buttarsi a rotta di collo giù per il pendio piuttosto!

Passano 35’, sportelli che si chiudono, qualcuno sulla strada parla alla radio, non si capisce che facciano, a volte penso che non ci siano più, poi li risento.

Freddo, il sudore e il bagnato si sono trasformati in freddo, penso solo al momento che sto vivendo, in cuor nostro speriamo che sopraggiunga qualche altra pattuglia a smuovere la situazione CONGELATA.

A fine gara, in effetti, verremo a sapere che ci avevano sentito e che sostavano nella speranza di trovarci. Accade ciò che speravamo, inizia un ingaggio con una sopraggiungente pattuglia.

Giusto i secondi necessari a capirlo e di corsa raggiungiamo Joker, ci troviamo sulla strada, con Asso che è sceso, dopo aver fiancheggiato per un pò la collina. Riprendiamo la formazione, calore che ritorna, inizia a fare buio.  
Questa sosta forzata è durata circa 45 minuti. Breve discussione per il posto da trovare e poi via: sentiero, botro, salita, macchia.  
Non appena un buco sotto le scope sembra sufficientemente grande ci buttiamo giù e stoppiamo.

Il bivacco è molto da cinghiali, dove dormiremo in quattro non è possibile stare tutti di schiena contemporaneamente mentre seduti si sfiora il soffitto di arbusti. Poncho per tetto e nylon per materasso, si mangia ma quello che è più importante è essersi tolti la roba bagnata di dosso. Asso e Matteo sono insieme, noi siamo messi con Daniele e Joker agli estremi e Valerio ed io nel mezzo.  
E’ subito lampante che sarà una nottataccia, figuriamoci se piove...  
Siamo allegri, dobbiamo anzi sforzarci per comunque non riuscire tutti a rimanere in condizioni operative. Rischiamo –300 pts. per un’eventuale attivazione, primo cicchetto di Asso e non sarà l’ultimo....

Sono solo le 19.00, la sveglia è fissata per le 05.00. troppe ore!! Daniele russa dopo due minuti e lo farà per tutta la notte, io mi ghiaccio e non prendo sonno. A mezzanotte per fortuna il buon cuore di zio Jok mi fa dono del suo materassino, per qualche ora così riesco anch’io a incamerare qualche sonno.  
Le ore passano, Daniele russa, Valerio scivola inesorabilmente verso il basso, io non ri-dormo, per fortuna non piove.  
Il sacco a pelo è l’unica cosa rimasta veramente asciutta, non piove!!!

Alle 05.00 decidiamo di prendercela con calma, caffè all’anice nell’aria (in barba a chi ci cerca) biscotti, cioccolate, nuove risate nuovo cicchetto di Asso. Il guaio di temporeggiare, è che poi ti ritrovi alle strette e devi correre, solo che farlo alle 06.00 di mattina, con addosso i vestiti bagnati freddi della sera prima più gli stessi 19 Kg. di attrezzatura in una macchia ancora bagnata, non è molto salutare. Chi ha tempo non aspetti tempo.....

Il R.Vouz è per le 06.25.

Sulla strada veniamo di nuovo bersagliati prima della parola d’ordine dagli stessi del giorno prima, stavolta si prendono delle teste di cazzo un pò da tutti noi e per giunta vanno ancora nella direzione sbagliata, mah!!  
Matteo lascia i guanti al bivacco e torna indietro a cercarli, inutilmente. Moccoli, l'aspetto, quando raggiungiamo gli altri il R.Vouz è già successo.

DRAGO sembra un tipo simpatico, facciamo il punto, gli scrocco una sigaretta.  
Abbiamo il codice, va nello stivale di Joker, facciamo 5’ di pausa poi direzione WP 5.  
Lo troviamo dopo circa 20’.

E’ messo all’esterno di una curva sulla strada che scende dal punto di R.Vouz. Segniamo la sigla, Asso e Joker fanno il punto mentre noi facciamo la protezione a 360°. Ancora una volta sopraggiungono coloro che dovremmo avere davanti e ci ri-sparano. Stavolta sono vaffanculi e risposta al fuoco e speriamo che sia stata l’ultima volta che ci si incontra....

Con la convinzione di evitare un’ipotetica linea di cattura nelle vicinanze del prossimo R.Vouz con il mezzo ONU, facciamo un allargamento a sinistra del QG Arancione. Ci troviamo ad attraversare un pezzo di macchia talmente fitta da pentirsene dieci volte di averlo deciso, a testa bassa con lo zaino e l’arma che si impigliano da tutte le parti si va avanti a fatica. Stiamo per tornare indietro, consci di rischiare il fuori tempo poi Valerio trova un passaggio e via radio ci guida fino a farci sbucare in un torrente.  

 

Se lo risalissimo ci ritroveremmo praticamente a cento mt. dal punto che dobbiamo raggiungere entro le 08.25, ma è proprio quello che non vogliamo fare, si prende la via più lunga. Attraversando il torrente un masso si stacca e casca sul piede di Valerio e lo azzoppa. Davanti a noi un Km di salita e poi non è finita perché siamo larghi, troppo larghi rispetto all’OBJ.  

 

 

Mancano ancora 30’ al R.Vouz con il mezzo ONU si decide di allungare la fila. Joker si incammina più speditamente verso l’appuntamento seguito a ruota da Matteo e ci staccano. Salita e ancora salita, un campo di zolloni mi fa tornare con la mente all’anno scorso quando persi l’uso di una coscia per un crampo attraversando un posto analogo. Stringo i denti e vado avanti pensando a chi sta peggio di me. Asso e Daniele tirano, Valerio ed io arranchiamo ma si va avanti. Via radio Matteo ci annuncia la strada che troveremo. Siamo a 50 mt. dal QG Arancione, Asso si allarga, ancora salita, lo seguiamo, proviamo ad aggirare il podere, non di molto. Non c’è tempo e non ce la faremmo. Sentiamo l’allarme suonare nel podere, poi scoppi, grida, molte raffiche di ASG, continuiamo. Penso al lancio di parà annunciato al briefing alla partenza.

Parlo con Matteo, cerca di farci capire da dove passare, Joker è arrivato intanto. Collegamento stabilito, dopo poco arriva il furgone.  
Riusciamo ad arrivare tutti, sono le 08.40. Valerio sta peggio, decidiamo di esfiltrarlo all’unanimità, torna a DELTA 5 con una Land anche se riluttante.

Noi tolti gli zaini e i caricatori dai fucili entriamo nel furgone che chiude e parte. Non ci sono finestrini ma la corsa è breve. Dopo un minuto di viaggio si ferma, lo sportello laterale si apre mostrando due guardie Arancioni che, pistole spianate, ci fanno uscire e consegnare tutta l’attrezzatura.  
Da una prima stanza si passa a due a due in una seconda dove veniamo perquisiti mani sulla testa e gambe larghe. Trovano la mia bussola ma mantengo carta topografica e monocolo. Joker subisce la più accurata perquisa che tuttavia ci lascia in possesso del prezioso codice.  
Ci tolgono praticamente tutto meno scarpe e mimetica, dopo averci lasciato una borraccia in sei e i cellulari ci chiudono in una stanzetta ex stalla sul lato opposto del cortile.  
Tutto questo tra le tipiche urla di carcerieri incazzati.  
Stanza di 3x3 che una volta chiusa la porta è buia totale. Che fare è l’interrogativo primario. A tutti torna in mente l’allarme sentito mezz’ora prima così ci aspettiamo la stessa cosa, ma cosa e come?  
Joker guarda dal buco della serratura dopo essersi legato gli scarponi al buio. Passano pochi minuti e scatta la simulazione di salvataggio. Di nuovo sirena, grida di allarme, scoppi di magnum e raffiche di ASG. Qualcuno inizia a sparare ininterrottamente sulla porta dove noi siamo rinchiusi.

Calma, ci diciamo, fermi, aspettiamo, intorno buio pesto.

A un certo punto una pausa delle raffiche verso la porta ci annuncia che sta per accadere qualcosa.  
La porta, infatti, è aperta da un ceffo col passamontagna armato che si offre a copertura per attraversare il cortile ad un suo via. Davanti, nel cortile, fumogeni bianchi, nel mezzo uno azzurro che toglie ogni dubbio residuo.  
Grida, raffiche ovunque. Al liberatore se ne aggiungono altri due, al loro comando si corre attraverso il cortile fumoso verso il lato ovest estremo del podere, verso la fuga. Prima di lasciarci uno degli incappucciati ci consegna un foglio con “ nuovi ordini”.

Fuggiamo, facciamo il punto dietro un albero, cambiamo direzione, verso sud est, bisogna allontanarsi il più in fretta possibile da lì.  
Quando ci sembra di essere più tranquilli si fa di nuovo il punto e si decide l’avvicinamento a WP 6, l’ultimo.

I nuovi ordini non sono altro che un codice uguale all’altro ma diverso nella sostanza, avanti, già sembra che il tempo stringa. Siamo leggeri ora, senza nemmeno i guanti, un litro d’acqua in cinque e 4 Km. circa da fare in due ore senza farsi più beccare.

Sulla strada ideale tra noi e WP 6 c’è un Check Point Arancione, chiaramente...

Per aggirarlo scegliamo di continuare in direzione sud est, si decide di raggiungere un podere che vediamo una valle di distanza oltre a noi.  
La risalita è sicuramente un campo pulito ma la discesa si annuncia come cento mt. di macchia che sembra davvero impenetrabile.  
Esitiamo, si rischia di perdere quei 40’ di troppo.  
Ma se la fortuna aiuta l’audace, l’occhio aiuta l’esperto, così che Daniele nota 50 mt. alla nostra destra una linea elettrica che apparentemente si tuffa nell’intrico di cespugli e rovi. Andiamo a vedere e mi succede come Mosè quando gli si aprirono le acque del mar Rosso: un tagliafuoco corre sotto la linea, la discesa è scoscesa ma una pacchia rispetto a cosa ci si preparava.

Si arriva al botro, la risalita, un ulteriore sforzo, il podere è lì davanti.

Un pastore maremmano ci abbaia dall’alto. Un pastore, sardo, sbuca dal lato opposto al cane e ci guarda mentre ci avviciniamo.  
Joker è il primo ad arrivare su, chiedendo se si può attraversare la zona ci descrive come cinque in esercitazione di fuga.  
Il tipo è cordiale e senza nessuna domanda ci offre acqua e indicazioni sicure su WP 6, che gli indichiamo sulla carta. Lui fa il latte da formaggio e ci fa vedere i contenitori mentre beviamo e riempiamo la borraccia. Ora la sensazione di fuga è molto più tangibile, ci congediamo dal pastore al quale chiediamo silenzio su eventuali domande che gli facessero su di noi, gli evasi...

Su strada sterrata, finalmente verso ovest, WP 6 ci appare sulla strada dopo un Km. e mezzo, facciamo il punto ma DELTA 5 si intravede già dietro la prossima collina, la tensione va ormai di pari passo alla stanchezza, qualcuno vorrebbe tagliare la valle per macchia onde evitare incontri letali. Le poche forze ci fanno scegliere di rimanere sulla strada almeno per ora.

Finiamo stesi lungo i bordi della strada per due volte, mezzi nemici che transitano, siamo ancora liberi.

Ormai siamo in zona di WP 1, saliamo sulla sella che sovrasta DELTA 5, alla fine siamo in netto anticipo, facciamo una pausa per osservare che succede là in basso.

Si vede il recinto ma il cancello è lontano, con cento metri da percorrere su strada con poche possibilità di fuga in caso di incontro col nemico. Abbiamo i codici, DELTA 5 è a 50 mt. da noi e mancano ancora 40’ alla fine. Il morale è ancora più alto, almeno lui.

Mentre Matteo e Daniele vanno in avanscoperta noi discutiamo su come entrare nella base, ci chiamano: sono già dentro !!

Matteo regge la rete creando un passaggio sotto, emozione a mille, tornano le forze, corriamo. Mi tuffo sotto la rete rotolando e investendo letteralmente Matteo che giustamente gradisce poco.

Asso segue e Joker per ultimo, siamo dentro.

Cauti ma veloci verso il punto di arrivo, vedo Valerio che si è accorto del nostro arrivo e ci viene incontro, zoppica, è già cambiato. Vorrei esultare ma per scaramanzia mi trattengo, ci abbracciamo mentre Joker consegna le conferme della missione riuscita al giudice. Abbiamo fatto 16.5 Km.

E’ tempo di cambiarsi, dopo le foto di rito, di lavarsi la faccia e le mani, è il momento dei semiracconti e dei semicalcoli. Altre squadre rientrano mentre mangio Speck e Asiago che un signore ci offre, vino bianco, sigaretta finalmente.

Ci eravamo imposti di non pensare alla classifica e di divertirci e ci siamo riusciti alla grande, ora mentre andiamo a mangiare fra i discorsi e i racconti comincia a squillare il telefono perché anche chi non è venuto vuole sapere come è andata.  

 

 

Sto pensando che sarà difficile che qualcuno abbia fatto meglio di noi, ma faccio finta di niente. Pappardelle, grigliata di carne, dolce, caffè e sono sempre più convinto. Il tempo non passa mai, ma poi le 16.15 arrivano, è il momento in cui si legge il nome dei secondi classificati. E non sono gli ELFI!!!!