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THOMPSON M1A1 Marui             28/04/2000

 

In circolazione nel resto del mondo già da gennaio, da noi è finalmente in arrivo. Meglio tardi che mai. Fino a poco tempo fa, correva voce che l'importatore ufficiale ne negasse addirittura l'esistenza, voce poi rettificata in: ne hanno fatti pochi esemplari e sono tutti destinati al mercato interno. Non potendo aspettare  ulteriormente, ce ne siamo procurati uno altrove ed ecco qui il resoconto.

Dunque, come tutti saprete, la Marui ha deciso di produrre questa replica visto l'enorme successo ottenuto dal film "salvate il soldato Ryan" in terra nipponica. I primi esemplari funzionanti si sono visti in occasione della fiera modellistica Plasticmodel Redicon Fair del 1999, dove la Marui ha presentato contemporaneamente  al Thompson anche un interessantissimo carroarmato  radiocomandato sparante pallini da 6 mm!

Veniamo al dunque: è la replica Marui con la più elevata percentuale di metallo mai utilizzata. Circa il 90% dell'arma è di solido (si spera) metallo, ed è anche di gran lunga la più rifinita.

Come detto c'è tanto metallo: canna, castello, mire, caricatore e via dicendo, il calcio e le impugnature sono, invece, in materiale plastico simil legno di ottima fattura (per colore ricorda quello degli AK di qualche anno fa).

Il Thompson è molto pesante (3.4 Kg) senza avvicinarsi, fortunatamente, ai 6.8 Kg del modello vero. Tutto è stato perfettamente riprodotto, anche i difetti: il caricatore non è dei più facili da inserire, d'altronde è stato seguito fedelmente il disegno del Thompson originale. Il caricatore si inserisce tramite una guida posta sul retro dello stesso, ad ogni modo, non richiede sforzi maggiori di quelli necessari per inserire il caricatore in un AK o un G3.

Meccanicamente il Thompson adotta il nuovo mechbox versione 6 propulso dal collaudato EG700 ad albero corto alimentato da una batteria large. Il mechbox versione 6 deriva strettamente dalla versione 3, riproponendo la pratica gabbia in metallo che vincola il motore alla cassa ingranaggi. A differenza di questo, intelligentemente, il gruppo grilletto e relativi contatti elettrici sono totalmente esterni, accorgimento che eviterà senz'altro  l'imbrattamento di olio dell'interruttore ,che puntualmente si verifica nei modelli con contatti interni alla cassa ingranaggi. Non è stato adottato, come annunciato,  il mechbox versione 5 (quello dell'UZI) a causa dei problemi derivanti dalla sua complicatezza. Tantomeno, purtroppo,  è stato adottato l' EG1000. Interessante la soluzione adottata per permettere la regolazione dell'hop up senza compromettere l'estetica: la relativa ghiera di regolazione si trova all'interno dell'imboccatura per il caricatore.

Allo stato attuale è piuttosto scarna la lista degli optional, che comprende solamente il caricatore da 190 colpi (quello di serie è da 60), d'altronde, non credo opportuna l'installazione di ottiche o puntatori laser su questo modello... Si parla insistentemente, invece, di un possibile caricatore a tamburo tipo gangster di Chicago.

Per quel che riguarda le prestazioni, queste sono del tutto simili a quelle degli altri prodotti Marui aventi pari lunghezza di canna ed alimentati con lo stesso tipo di batteria. La gittata sfruttabile si attesta attorno ai 30 m, mentre la cadenza di tiro è buona grazie all' EG700 diventato da poco equipaggiamento standard delle repliche Marui, che non fa rimpiangere l'EG1000; quest'ultimo capace di una maggior coppia motrice, ma sensibilemnte più avido nei consumi.

Discutibile, a mio parere, la scelta di vendere questa bellissimo prodotto in una scatola molto scarna color cartone, che ricorda le scatole della Marui di parecchi anni orsono, qualcuno dice sia gusto retrò, personalmente avrei preferito qualcosa un tantino più ricco.

Dalle vendite di quest'arma dipenderanno le sorti della sua controparte germanica. purtroppo la casa giapponese ha atteso troppo per il lancio del Thompson e l'entusiasmo per il film sullo sbarco in  Normandia si è in gran parte affievolito.  Il fatto che non si siano raggiunti i risultati di vendita sperati, fa ridurre le possibilità di ampliamento della gamma "seconda guerra mondiale".

Concludendo, è un'ottima replica dal punto di vista estetico, ed una buonissima arma per il combat, facile da imbracciare, contenuta negli ingombri e con prestazioni in linea con gli altri modelli. Resta difficile l'abbinamento con il resto dell'equipaggiamento. Senza dubbio, accontentandosi, si riesce a reperire sul mercato della militaria tutto il necessario per tramutarsi ,come di moda nel paese del Sol levante, in un WWII player.

 

 

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