Due giorni da leoni

Il resoconto della manifestazione militare denominata "Pattuglia e Tiro2001" dove per la prima volta sono state utilizzate armi ASG e personale del Soft Air.

 

Era da un po' di tempo che aspettavo la telefonata che alcune settimane fa ma in fondo non me ne sono troppo stupito: da tempo ero in contatto con alcuni alti Ufficiali delle Forze Armate che mi avevano proposto di essere presente in veste di giornalista ad un particolare evento addestrativo per quelli che vengono definiti giustamente"Riservisti" e cioè quel personale in congedo dei vari Corpi che si ritiene ancora in dovere di servire in armi nell' Esercito, nella Marina o nell'Aviazione.

La novità è che per la prima volta o quasi, le nostre FF.AA. si sono accorte del "fenomeno" del Soft Air e per la prima volta sono stati chiamati a partecipare con bagagli e, davvero lo si può dire, armi.
ASG, ovviamente. Il mio contatto, in ogni caso, mi invitava direttamente in una località
collinosa del modenese adiacente ad un poligono di tiro utilizzato dai militari dove in un area di circa venti chilometri quadrati di boschi e asperità varie si sarebbe tenuto questo campo o stage addestrativo denominato, onde non incorrere nelle ire di qualche pacifista gratuito e per non troppo allarmare i residenti, "11^Gara di Marcia e Tiro": unica richiesta da parte sua era di essere obiettivo e onesto su ciò che avrei scritto senza pregiudizi di sorta. O di parte, dato che da sempre esistono in Italia aree politiche che praticamente vorrebbero disciolti numerosi Reparti a partire da quella Folgore che è, dalla sua formazione, croce e delizia dei vertici delle Forze Armate sempre sotto il tiro dei politici di turno.

Il programma è piuttosto impegnativo e la mia sveglia alle 5.30 del mattino non mi mettedell'umore giusto: ho infatti la sgradevole sensazione di perdere del tempo prezioso in un contesto ambientale che non mi attira granchè e la pioggia fitta che cade sull'autostrada non migliora l'intera situazione. Arrivato a Modena Nord ho seguito le indicazioni e mi ritrovo dopo circa un oretta ell'ampio parcheggio di un poligono di tiro dove già uomini di divisa mimetica regolamentare si stanno radunando con zaini e attrezzature per quella che deve essere l'adunata con tanto di bandiera tricolore che garrisce stancamente al vento inzuppata di quella pioggia malefica e sotto un cielo di piombo. Il Magg. Ghidorzi, un ufficiale assaltatore tra i responsabili della manifestazione addestrativa, mi viene incontro e mi dà il benvenuto assieme al Tenente Gerri, al Tenente Gozzi e al Sergente Manicardi che sono occupati a ricevere e registrare le numerose pattuglie che si stanno componendo e preparando. Noto uomini di varie fasce di età e appartenenti a numerose specialità delle Forze Armate ma anche dell'Aviazione e persino della Marina: c'è un gruppo di Lagunari che non avranno più di vent'anni e sono in servizio attivo a fianco di un vecchio Ufficiale della Folgore che potrebbe essere quasi loro nonno ma che mi dice che si ritiene ancora "operativo", un Capitano dei Parà con lo sguardo severo che non si scioglie mai vicino ad un Sottufficiale quarantenne con un po' di pancetta e i muscoli rilassati da anni di lavoro sedentario che fa parte della propria Associazione d'Arma ma che è anche membro U.N.U.C.I. e cioè l'Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d' Italia.

"Il poligono di Tiro è a una breve distanza verso la sommità della salita. Se vuole può venire a vedere gli addestramenti con armi da fuoco": è gentile ma dubito sia così affabile anche con i suoi uomini che tratta con un rude ma forse necessario cameratismo degno della situazione. La "breve salita" è invece per me un calvario con una pendenza micidiale per le mie gambe e appesantito da zainetto, PC portatile, macchina fotografica e relativo set devo scarpinare fino quasi alla cima con effetti ben poco dignitosi. Stanno già sparando su bersagli fissi e voglio vederli più da vicino quando il Maggiore mi chiama e mi presenta al B.Gen.Maurizio Lauro,al B.Gen.Ferro e ad altri Ufficiali che fanno parte dei quadri. Gentile ma con un piglio abituato al comando, il Gen. Lauro mi spiega il senso di questo tipo di addestramento "Ogni anno ci sono sul nostro territorio nazionale almeno una quarantina di appuntamenti di questo tipo e richiamano i volontari che hanno appartenuto alle Forze Armate con qualsiasi grado che intendano ancora servire lo Stato in ogni tempo". Di sotto, a circa cinquecento metri e quasi sulla linea di tiro anche se in totale sicurezza, i Riservisti corrono, saltano e strisciano nel fango di un percorso di guerra tra esplosioni di cariche e tunnel pieni di trappole sonore fino al lancio di una granata da Soft Air.

"E' questa la vera novità di questa nostra particolare edizione "spiega il Generale" che  per primi abbiamo deciso di effettuare. Il Soft Air è una ormai popolare attività ludico sportiva che in Italia riscuote notevolissimo successo ma che è sempre stata vista con sospetto sia da molti civili sia dalle stesse Autorità Militari. In pratica sono guerre simulate nei boschi e in aree idonee e utilizzano involucri di armi da guerra sparanti piccoli pallini innocui in Teflon con propulsione ad aria compressa. Noi per primi abbiamo tentato questa sorta di gemellaggio anche per coinvolgere al meglio le migliaia di giovani interessati"". Sono arrivare le 14.30 e senza nemmeno mangiare un boccone mi hanno portato ad alcuni chilometri con una Jeep in una località bellissima ma che sembra sperduta chissà dove e che viene chiamata Prà Rosso: il Magg. Ghidorzi mi fa vedere un lettino dove posso dormire e dove posso appoggiare la mia roba e subito corre via a controllare che tutto vada per il meglio. La solita Jeep mi accompagna in una zona dove sorge un caseggiato abbandonato dove, dopo la discesa in corda doppia dalla sommità della montagna, i militari effettueranno la prima "finestra di ingaggio": in parole povere devono riuscire a liberare un ostaggio rappresentato da un immagine di una vecchia signora in bikini eliminando però un tiratore scelto del Soft Air Club Predatori Modena che vorrà virtualmente farne fuori parecchi. Le armi assegnate sono varie: M-16,AK-47 Kalashnikov in varie configurazioni, H&KG3 e altre: alcuni soldati non hanno mai preso in mano armi simili e i ragazzi dei Predatori Soft Air Club Modena pazientemente fanno scattare le sicure, spiegano i concetti base del tiro che ovviamente è molto differente per potenza e precisione. Sembra un attacco vero e, sotto gli occhi degli Ufficiali addetti al controllo, si legge la tensione negli occhi dei partecipanti mentre le raffiche arrivano da chissà dove espesso rimbalzano innocue ma impressionanti anche sugli occhiali speciali che ho in dotazione. "In un combattimento reale tutto sarebbe ben più fragoroso e drammatico ma queste prove hanno come scopo proprio la sequenza dei movimenti della pattuglia e dei singoli individui nonché saggiare i nervi e le relative reazioni emotive". E ci sono, ve lo assicuro.

Arriva l'imbrunire e viene allestito un self-service presso il campo base mentre il Sottufficiale Bettini che è l'esperto artificere, prepara altro esplosivo che verrà usato durante la prova notturna. Un cecchino deve contrastare un attacco di una pattuglia che nel buio più fitto di una boscaglia deve rintracciarlo grazie ad una bussola e ad un binocolo con intensificatore di luce stellare per vedere nelle tenebre come fosse giorno. Si sentono urla di gioia quando, stanchi, i militari arrivano con le facce nerofumo sulla collina dove mi trovo: "L'abbiamo beccato, ma era davvero mimetizzato benissimo". E poi fino a quasi le 2.30 di notte ancora prove di tiro notturno. Io sono a pezzi ma penso a loro. E a lei perché c'è anche una "Lei" graziosa e simpatica che ha voluto partecipare anche se non facente parte delle FF.AA. e sotto diretta responsabilità del suo compagno che è Ufficiale "Mi trattano bene, mi coccolano e mi chiedono continuamente se mi sono fatta male, se ho bisogno di qualcosa." ma lui replica "A noi invece non chiedono nulla. Ma è così che ci aspettavamo e questo non è un gioco". Mi sembra di aver appena messo la testa sul cuscino che, in un incubo, mi trovo in guerra e non so dove scappare e mi sveglio di soprassalto mentre altri ragazzi sono già in perfetta tenuta. Sono già le sei e tutto ricomincia ma loro non volevano disturbarmi. Il Magg.Ghidorzi mi fa presenziare alla colazione e all'alzabandiera. "Senta, stiamo aspettando altri suoi colleghi ma sono in ritardo e noi non possiamo aspettare ancora. Che ne direbbe di venire con noi? Si tratta di una prova di orientamento senza G.P.S. e con il solo ausilio della bussolae di una carta geografica militare in mezzo al bosco oltre questa montagna. C'è da sudare ma ne vale la pena. Alla fine ci sarà un'altra serie di scontri tra le varie pattuglie in un contesto di ingaggio". Una battaglia, in pratica. 

Sono così inesperto da portarmi dietro il PC portatile ma dimentico nella foga della partenza la macchina fotografica e mi ritrovo a marciare sotto un sole cocente che mi fa sudare come pochi. La prima pattuglia non può aspettare ancora alla base e il Maggiore sembra volare su quegli anfibi che hanno conosciuto anni migliori. Arriviamo alla fine del percorso costellato da punti radio in quello che sembra uno spiazzo in mezzo alla giungla del Sud Est Asia tra zanzare grosse come un pugno e un umidità che ti penetra nelle ossa. Dopo una ventina di minuti dal nostro arrivo si sentono i rumori della prima pattuglia che, trafelata, arriva di corsa e attende la prossima con cui dovrà confrontarsi in combattimento simulato: il personale dei Predatori Soft Air Club distribuisce mitragliatori e caricatori e l'atmosfera si fa tesa. Inizia il combattimento sotto gli occhi degli Ufficiali addetti al controllo e le raffiche si sprecano alternandosi a lunghi silenzi che però non possono durare non troppo perché i tempi sono limitati a una manciata di minuti che sembrano non finire mai.

Le ricetrasmittenti gracchiano continuamente ma le voci, per chi non conosce i codici, non risultano comprensibili "Rah chiamo Locusta, cambio- qui Loc, richiedo assistenza medica per un emergenza, cambio- Pattuglia a Corvo, rispondi cambio- Qui Corvo aperta finestra ingaggio ma servono munizioni, cambio". Sono passate le dodici quando la Jeep viene a prelevarci in quel bellissimo inferno verde ma una pattuglia non è arrivata al punto di ritrovo e si è probabilmente persa in questo scorcio di giungla che sembra saltata fuori da Apocalypse Now di Coppola mentre i soldati dovranno farsi il tragitto fino al capo base a piedi. Il Maggiore è preoccupato ma non troppo " Abbiamo punti radio e personale predisposto per queste situazioni e pattuglia dell'Arma dei Carabinieri e della Protezione Civile che inizieranno le ricerche ma sono certo che ce la faranno da soli: è gente in gamba questa". Dal campo base mi portano in un area aperta dove sorge un tipico ristorante montano: c'è aria di festa e anche se con i volti stanchi e imbrattati di fango c'è un atmosfera serena e rilassata. Una banda dei Bersaglieri sta richiamando parecchia attenzione dei numerosissimi civili che dai paesini vicini è corsa a vedere cosa stava succedendo e si è ritrovata a salutare con affetto questi soldati di ieri e di oggi che al tempo e alle consuetudini non vuole proprio dargliela vinta. Il generale Lauro e il Generale Ferro sono andati a mangiare prima di tutti perché devo preparare il termine della manifestazione addestrativa e consegnare premi simbolici ai migliori ma io ho deciso di mettere i piedi sotto la tavola dinanzi a generosi bicchieri di nerissimo Lambrusco per captare umori e commenti e per valutare ancora meglio le emozioni di questi soldati. Ricordo che nel suo libro dedicato all'esperienza di giornalista in Viet-Nam " Niente e così sia", Oriana Fallaci riporta la figura di un capitano dei Marines che spezza lo stereotipo del militare ignorante e militarista, brutale e insensibile con un immagine emotiva ben diversa offerta in quello scorcio tragico " Perché un soldato deve per forza essere considerato uno stupido da chi di questo mondo non sa un bel nulla ? ". Già, perché? Uno mi spiega "Ho quasi quarant'anni e a 19 mi sono visto proiettare nell'inferno di Beirut durante la guerra civile: operazione ITALCON 2 della Forza Multinazionale di Pace assieme ai Legionari di Francia, ai Marines americani e gli Inglesi. So che cos'è la guerra, la disperazione di chi fino a pochi anni prima viveva nella Svizzera del Medio Oriente che era diventata un cumulo di macerie, i cecchini che sparavano su tutto quello che si muoveva. No, grazie, mi è bastata. E' avvenuto lo stesso in Jugoslavia e mi è sembrato di tornare a vivere un incubo. E Sarajevo era a due metri dalle nostre coste. La guerra è orrore e può nascere o estendersi in ogni luogo a causa della pazzia degli uomini o del desiderio di potere o dell'odio di altri. In Italia stiamo vivendo nella bambagia di un benessere che potrebbe risultare una catastrofe e le catastrofi possono arrivare, credi a me.ma sembra che a nessuno freghi troppo".

Chiedo a un Colonnello dell'U.N.U.C.I. cosa ne pensa di questi stage addestrativi "Spero siano il fondamento per quello che io auspico come Esercito della Riserva di stampa Svizzero o Americano. Lo sa che i soldati dei quattro Cantoni hanno un breve servizio militare che li addestra a livello basico ma che poi vengono ciclicamente richiamati per effettuare brevi periodi di servizio per rimanere attivi? Le armi e l'equipaggiamento così come l'uniforme vengono dati loro in consegna e se lei pensa che spesso questi stage vengono effettuati a nostre spese il paragone in negativo è evidente ". Un Tenente interviene e mi dice " Cosa pretende da un Esercito come il nostro che ha stanziamenti miseri da paese terzomondista? Come se una Forza Armata come la nostra possa far paura a qualcuno a livello politico o sociale, come se finanziare maggiormente le nostre Unità possa essere sinonimo di militarismo gratuito o peggio. Il Soft Air? facevamo male a sottovalutarne le possibilità anche di carattere culturale e per l'aspetto prettamente legato alla suggestione dell'arma e per il divertimento". La Jeep cui ormai sono affezionato mi porta sulla sommità di una collina coperta di verde all'interno della nota Riserva Naturale delle Salse di Nirano dove sbuffano coni di fanghi di origine vulcanica e all'interno di un aula magna appositamente attrezzata si tiene finalmente la cerimonia delle premiazioni che vedono tutti più o meno felici e contenti assieme alle Autorità civili e militari che sono intervenute a festeggiare la fine delle "ostilità". Il "Gemellaggio", l'incontro tra il mondo del Soft Air che per alcuni sarebbe potuto degenerare in scontro aperto si è invece risolto con il giusto rispetto reciproco e lo scambio tra culture volenti o nolenti davvero vicine e il premio d'onore destinato ai ragazzi dei Predatori Soft Air Club Modena lo dimostra. Il silenzio tornerà presto in questi luoghi dove regna solo la Natura ma che per alcuni giorni all'anno diventano teatro di qualcosa che gli stessi uomini in mimetica di ieri e di oggi vogliono non si verifichi mai.

F.B.

 

U.N.U.C.I./C.I.O.R

l'Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d'Italia ( U.N.U.C.I.) è l'associazione degli Ufficiali che hanno appartenuto, con qualsiasi grado, alle Forze Armate ed ai Corpi Armati dello Stato italiano e che intendono mantenersi uniti per meglio servire lo Stato in ogni tempo, nonché per concorrere agli scopi che esso persegue nel campo della loro preparazione professionale. Ispirandosi alle tradizioni militari italiane, provvede in special modo a tutelare il prestigio degli Ufficiali e dei militari di altro grado in congedo e ad aggiornare la preparazione professionale degli iscritti, curandone l'aggiornamento della cultura, l'addestramento e l'attività fisica/sportiva e quella socio/culturale. L'U.N.U.C.I. è apolitica ed accoglie gli Ufficiali in Congedo dell' Esercito, dei Corpi Armati dello Stato, della           C.R.I., del Sovrano Militare Ordine di Malta nonché i Cappellani Militari del ruolo ausiliario e della riserva.
Le Sezioni UNUCI, coordinate dalle Circoscrizioni
Regionali e dipendenti dalla Presidenza Nazionale con sede a Roma, attuano i compiti istituzionali previsti dallo statuto, organizzando d'intesa con l'Autorità Militare, una serie di attività di carattere addestrativo-sportivo intese ad aggiornare e sviluppare le conoscenze tecniche-militari nonché le possibilità operative del personale in congedo.

L'U.N.U.C.I. è associata alla Confederazione Interalleata degli Ufficiali della Riserva (C.I.O.R.) ed alla Confederazione degli Ufficiali Medicidella Riserva (C.I.O.M.R.).

 

RISERVISTI E RICHIAMATI

Entrambi volontari, possono essere a discrezione delle Autorità Militari competenti essere inseriti negli organici in servizio attivo. Nel quadro della ristrutturazione delle FFAA è stato introdotto il ruolo del Personale Militare in Congedo disponibile al richiamo. Tale forma di richiamo alle armi è definito "Richiamo di Completamento" e prevede l'impiego di militari in congedo presso reparti dell'esercito impegnati in Italia ed all'estero per periodi variabili di tempo. Informazioni dettagliate presso il Distretto Militare di competenza o contattare il Distretto Militare di Roma Ufficio Mobilitazione e Forza in congedo, nelle persone del Colonnello Sarrecchia e della Signora Arrabbito.